Tag: wwf

Lepidotteri

Lo studio ha riguardato sia i Lepidotteri Ropaloceri (con antenne a clava), che gli Eteroceri (antenne con foggia diversa). I primi comprendono le farfalle diurne, quelle che tutti noi siamo abituati a vedere nei prati durante la stagione favorevole. Agli altri, invece, vanno ascritte le cosiddette falene, principalmente crepuscolari o notturne e che costituiscono, come numero di specie, la maggior parte dei Lepidotteri conosciuti. Le ricerche, promosse dal WWF, si sono svolte dal 1997 al 2000.

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Animali dell'acqua

Un metodo divertente ma rigoroso per conoscere i piccoli animali dell'acqua,

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Api e miele

Le api come non le avete mai viste: da molto vicino!

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Api e miele

Le api come non le avete mai viste: da molto vicino!

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A Le Bine con microscopi e bussole

Un approccio al mondo naturale e rurale in maniera divertente con molta attenzione al rigore scientifico, alle relazioni ed alla sostenibilità.

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Vacanze WWF per bambini 2015

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Un breve video che raccoglie immagini e filmati della vacanza WWF a Le Bine dal 29 giugno al 3 luglio 2015 per bambini e bambine: buona visione!

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Fattoria Le Bine

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Presentazione de Le Bine come Fattoria del Panda, un progetto del WWF Italia

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Naturalmentecinema 2013

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Il video realizzato dai partecipanti al campo WWF per adolescenti nel 2013

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Naturalmentecinema 2014

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Il video realizzato dai partecipanti al campo WWF per adolescenti nel 2014

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Naturalmentecinema 2012

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Il video realizzato nel 2012 dai partecipanti al campo WWF!

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Animali dell'acqua

Un metodo divertente ma rigoroso per conoscere i piccoli animali dell'acqua,

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Animali dell'acqua

Un metodo divertente ma rigoroso per conoscere i piccoli animali dell'acqua

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Gli animali del suolo

Ma cosa abbiamo sotto i piedi? Un sacco di animali che conosceremo usando microscopi e lenti d'ingrandimento

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Alfabeto de Le Bine

Una passeggiata che unisce natura e uso dell'italiano e delle "parole difficili"

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La montagna girotondo ed il prato delle merende

Esplorazione, avventura e favole. Faremo delle passeggiate nel bosco, scopriremo i piccoli abitanti

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La montagna girotondo ed il prato delle merende

Esplorazione, avventura e favole. Faremo delle passeggiate nel bosco, scopriremo     

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Vieni a Le Bine

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Video ideato e girato da Davide "El gaton" Mometto con i bambini che hanno partecipato al cmapo WWF "Attila, Ringhio e gli altri amici animali" a Le Bine nel giugno del 2013

 

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Studi e ricerche su anfibi e rettili

– Agapito Ludovici A., 1982 – Osservazioni naturalistiche all’Oasi WWF di Le Bine (CRMN). La Rana di Lataste (Rana latastei). Quad.1/82. WWF Lombardia Milano. 1-3.
– Agapito Ludovici A., 1987 – Anfibi e rettili. In: Agapito Ludovici A., Marchetti F., Seghetti C., 1987: Le Bine. Studi e ricerche (1980-86) – Quad.4/87. WWF Lombardia Milano: 1-128.
– Agapito Ludovici A., Colli M., 2000 – Status della popolazione di Rana latastei nella Riserva naturale Le Bine (CR-MN). In: Atti I Congresso nazionale Società Herpetologica Italiana (Torino, 1996). Museo regionale di Scienze Naturali, Torino: 721-725.
– Cecere F., Ghidoni M., Perlini S., 2001  Azioni del Parco Oglio Sud per la conservazione della rana di Lataste Rana latastei. Atti 3° Congresso nazionale S.H.I. (Pavia, 2000), Pianura, 13: 189-191.
– Ferri V., 1990 – Relazione sullo status degli anfibi nella Riserva naturale Le Bine: 1-29 (ined.).
– Ferri V., Agapito Ludovici A., Schiavo R.M., 1992  Problematiche di gestione delle popolazioni di Rana latastei delle riserve naturali lombarde di Monticchie e Le Bine. Quad. Civ. Staz. Idrobiol., 19. Milano: 131- 139.

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Biodiversità  fra aria terra e acqua

Alla scoperta della biodiversità attorno a noi

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Alla scoperta della biodiversità attorno a noi 

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Sono un asino

Vi presentiamo la possibilità di vivere un’ esperienza diretta con gli asini.

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Sono un asino

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Qualità  biologica del suolo

Ma cosa abbbiamo sotto i piedi? Cosa calpestiamo andando nel bosco? Lo scopriremo insieme!

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Ma cosa abbiamo sotto i piedi? Cosa calpestiamo camminando in un bosco? Lo scopriremo insieme!

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Api

Le api come non le avete mai viste: da molto vicino!

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Attività per scuole superiori ed università 

Ospitiamo tirocini per l'alternanza scuola/lavoro e attività specifiche

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Per non perdersi nel bosco

Scoprire il mondo naturale imparando a leggere una carta topografica e ad usare una bussola.

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Il bosco delle rane rosse

Alla scoperta della biodiversità. Faremo uscite nelle ore più disparate (anche di notte)....

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Adozione del bosco

Il bosco sta diventando solamente un ricordo dei racconti, delle fiabe e delle leggende dei nostri nonni.

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Il taccuino dell'avventura

Quante tracce riuscite a trovare nel prato? E quanti canti....

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Adozione del bosco

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Folletto binetto

Una visita a Le Bine si può trasformare in un’ottima occasione per scoprire il mondo naturale con un approccio legato al mondo delle favole.

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Anfibi e Rettili

In Italia sono presenti 37 specie di anfibi e 58 di rettili, costituendo un piccolo gruppo poco conosciuto al grande pubblico cui anzi spesso suscita paura e diffidenza. Tra questi vi è la rana di Lataste, specie endemica della pianura padano-veneta, segnalata dall’Unione Europea come specie da tutelare mediante azioni specifiche, e scelta anche come simbolo della Riserva dato il carattere emblematico e peculiare che riveste ai fini conservazionistici. La presenza di una abbondante popolazione di questo anfibio era stata messa in luce negli anni ’70 prima da una pubblicazione del WWF Lombardia (Agapito Ludovici, 1982) e successivamente da un volume edito in Gran Bretagna sullo stato degli anfibi e rettili in Europa (Corbett, 1989). Gli anfibi e rettili sono stati oggetto di diverse indagini specifiche soprattutto in relazione alla rana di Lataste Rana latastei. Sono state utilizzate diverse metodologie di ricerca tra cui l’ascolto del canto per alcuni anfibi e i censimenti a vista.

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Aracnidi araneidi

I ragni (Arachnida, Araneae) sono i predatori più diffusi nelle comunità di invertebrati terrestri (circa 50.000 specie descritte), hanno colonizzato tutti gli ambienti terrestri dove la vita per gli artropodi è possibile ed anche alcuni ambienti acquatici, dalle regioni artiche a quelle desertiche. Le ricerche, promosse dal WWF, si sono svolte dal 1998 al 2000.

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Coleotteri Idroadefagi

Per Hydroadephaga s’intende un gruppo di famiglie di Coleotteri del sottordine Adephaga, a vita prevalentemente acquatica. Le prime ricerche promosse dal WWF sono state avviate nel 1996 e proseguite fino al 2000.

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Relazioni annuali

Qui ci sono le relazioni annuali de Le Bine scritte dal WWF e dall'Azienda Cecere e consegnate al Parco Oglio Sud.

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Ringraziamenti

La maggior parte dei testi utilizzati in questo sito sono tratti dal volume "La Conservazione di una zona umida - la riserva naturale Le Bine, trent'anni di gestione (1972-2002)" a cura di Andrea Agapito Ludovici e Francesco Cecere. Edito dal Parco Oglio Sud in collaborazione con il WWF e con il contributo dell'Amministrazione provinciale di Mantova. Per riceverne una copia contattare Francesco Cecere, tramite l'apposito form di contatto.
Sono state inoltre utilizzate le schede e il materiale per la didattica e gli studi realizzati dopo la pubblicazione del volume.

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Educazione ambientale negli anni

Le attività di educazione ambientale a Le Bine sono state promosse inizialmente dal WWF che le ha gestite direttamente per quasi trent'anni. A partire dal 2003 queste sono promosse e gestite dall'azienda agricola Cecere con l'agriturismo Le Bine, in collaborazione con il WWF. Con il Parco Oglio Sud collobariamo nella progettazione e gestione di corsi di formazione per docenti e per incontri di presentaizone libri e seinsbilizzazione/informazione su temi a carattare naturalistico.

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Materiali da scaricare

In questa sezione sono presenti è possibile scaricare materiale sulle attività di educazione ambientale a Le Bine.

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Agricoltura

L’area di rispetto della Riserva è quasi interamente occupata da colture arboree, da un frutteto e da un piccolo orto.

Il passaggio da un’azienda con più colture (seminativi, vigneto, pioppeto) ad una conduzione pressoché monospecifica con impianti a pioppo è avvenuta negli anni ’50. 
Fino al 2000 la gestione del pioppeto si è svolta con un impostazione tradizionale: nessuna rotazione fra i turni di coltivazione (circa decennali), ampio ricorso alle lavorazioni meccaniche del terreno (che determinano la frantumazione e il rimescolamento del primo strato di suolo) e trattamenti a calendario per contrastare alcuni insetti (in particolare Saperda carcharias, un coleottero che negli stadi larvali si sviluppa in gallerie scavate nel tronco dei pioppi). In uno studio commissionato dal WWF redatto nei primi anni ’90, si erano ipotizzati alcuni interventi (inseriti poi nel primo piano di gestione della Riserva) per ridurre l’impatto ambientale della pioppicoltura, rimasti però sostanzialmente lettera morta, a causa dei non ancora definiti rapporti con la proprietà su queste problematiche. 
Nel 2000, grazie alla disponibilità dell’azienda agricola proprietaria dell’area e con la promozione del Progetto Agricoltura del Parco Oglio Sud, è stato possibile adottare alcune delle misure previste e attuarne di nuove. In particolare, è stata posta molta attenzione all’uso di prodotti di sintesi per la pioppicoltura ed alle lavorazioni meccaniche dei terreni. Rispetto all’insetticida normalmente usato (un organofosforico a base di clorpirofos metile e di cipermetrina) per contrastare la presenza di Saperda carcharias, nei primi anni di vita delle piante, si è adottato un metodo di distribuzione che prevede una drastica riduzione delle quantità distribuite e una trascurabile dispersione nell’ambiente (dall’uso di circa 1 litro di prodotto per 400 piante si è passati ad un litro per oltre 10.000 piante). 
Rispetto alle lavorazioni meccaniche invece si è stabilito di effettuare due lavorazioni/anno nel pioppeto più giovane ed una sola in quelli più maturi. Sempre per minimizzare l’impatto delle lavorazioni meccaniche si è previsto di effettuare le medesime operazioni a fasce alterne lavorate a distanza di 15 giorni.

Tutto questo fino al 2008 quando è stato tagliato l'ultimo lotto di pioppeto estensivo. Da allora le uniche coltivazioni a Le Bine sono state quelle arboree ad eccezione di un frutteto di circa 5.000 mq messo a dimora nel 2010 e di un orto di circa 5.000 mq. Entrambi utilizzati per le necessità dell'agriturismo e per i quali è stato avviato l'iter per il riconoscimento come colture biologiche. Per l'orto il processo di certificazione è stato completato nel 2012 per il frutteto lo è diventato nel luglio del 2013.

Il frutteto è stato realizzato con vecchie cultivar (varietà) locali o meglio tipiche della pianura.

Negli inverni 2011-'12 e 2012-'13 sono stati realizzati altri rimboschimenti in buona parte con i fondi del Piano Sviluppo Rurale, in misura minore con un contributo della COOP Italia al WWF che contribuiranno ad aumentare la parte forestata della riserva.

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Il clima

Inquadramento climatico generale

 

L’Oasi WWF Le Bine è inserita nel cuore del bacino padano, enorme catino aperto verso est e delimitato a nord dalla Catena alpina e a sud da quella appenninica. Ne deriva un clima a continentalità smorzata con caratteristiche intermedie tra il clima dell’Europa Centrale (clima mesotermo senza siccità estiva - Cfb secondo Koeppen), e il clima Mediterraneo (clima mesotermo con siccità estiva - Csa secondo Koeppen), (Strahler & Strahler 2005).

Essendo il bacino padano posto alle medie latitudini è esposto all’apporto di masse d’aria di origine diversa ed in particolare:

  • masse d’aria artica, fredda in tutte le stagioni e da cui l’area padana è relativamente protetta per l’azione delle Alpi
  • masse d’aria polare continentale di origine siberiana, la più fredda in assoluto in inverno
  • masse d’aria polare marittima che ha origine in Atlantico a circa 50-60° di latitudine Nord, mite in tutte le stagioni ma di norma più fredda dell’aria presente nel Mediterraneo, per cui il suo arrivo è in grado di originare discontinuità frontali
  • masse d’aria subtropicale, caldo torride in tutte le stagioni.

Tali masse d’aria possono giungere nella nostra area per effetto della circolazione atmosferica, che è classificabile secondo tipi circolatori caratteristici, fra i quali si rammentano in particolare i tipi anticiclonici (es: grandi aree anticicloniche, promontori anticiclonici), le saccature atlantiche (depressioni a forma di V associate alle grandi correnti occidentali), i cicloni del mediterraneo (es: ciclone di Genova) e le correnti di foehn innescate dall’interazione fra le grandi correnti occidentali e la catena delle Alpi.  La frequenza dei diversi tipi di tempo è fortemente variabile di anno in anno in quanto governata dalla circolazione atmosferica a macroscala; è possibile tuttavia osservare che in un anno si riscontrano grossomodo 180-200 giorni/anno di tempo anticiclonico e 80-90 giorni/anno di tempo ciclonico mentre i restanti giorni presentano caratteri di transizione fra ciclonico e anticiclonico (Ambrosetti et al., 2005).

Il regime termico mostra un minimo nel mese di gennaio e un massimo estivo nel mese di luglio. Le precipitazioni mostrano invece un massimo principale in ottobre ed un massimo secondario a maggio; molto interessanti dal punto di vista diagnostico si rivelano inoltre il minimo principale ricadente in inverno, sintomo dell’influsso del regime pluvimetrico oceanico dell’area centro-europea ed il minimo pluviometrico secondario in estate (luglio), segnale di mediterraneità. Da rilevare inoltre la buona piovosità propria dei mesi estivi di giugno ed agosto e che deriva dai frequenti episodi temporaleschi.

L’impronta più marcata al regime dei venti è data dalle circolazioni di brezza (venti deboli con componente diurna da est-sudest e componente notturna da ovest-nordovest) che interessano l’area nei 180-200 giorni di tempo anticiclonico con stabile e soleggiato. Venti da deboli a moderati in prevalenza da est-sudest caratterizzano invece le fasi di tempo perturbato (ciclonico) ed infine ventosità forte caratterizza le circolazioni di foehn, che insistono mediamente sull’area per 15-20 giorni l’anno (Ambrosetti et al., 2005).

Il regime della copertura nuvolosa manifesta due massimi in coincidenza con i massimi pluviometrici primaverili e autunnali e la vicinanza delle Alpi garantisce una consistente varietà di formazioni nuvolose che vanno dalle nubi basse (cumuli, strati, stratocumuli) a quelle medie (altocumuli, altostrati) a quelle alte (cirri, cirrocumuli e cirrostrati) dando luogo a paesaggi atmosferici di grande suggestione.

 

Analisi termo-pluviometrica sul periodo 1951-2009

Per questo lavoro si è considerato l’insieme delle stazioni meteorologiche che ricadono nel territorio della Lombardia cui si sono aggiunte alcune stazioni al contorno.  Si tratta di stazioni che per il periodo 1951 – 2007 afferiscono al dataset del progetto RICLIC-WARM * mentre dati aggiuntivi per il periodo 2008 e 2009 sono stati acquisiti dalla banca dati di CRA Cma riferita a stazioni meteorologiche del CRA stesso e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica  Militare.

L’elaborazione eseguita sui dati giornalieri del dataset in questione ha consentito di produrre i dati relativi all’Oasi Le Bine ( 45° 08' 16"  N; 10° 25' 32"  E ) applicando un algoritmo a medie pesate con peso inversamente proporzionale al quadrato delle distanze.

La figura 1 presenta il diagramma di Walter e Lieth che sintetizza l’andamento mensile della temperatura media e delle precipitazioni sul periodo 1951-2009. Il fatto che la linea delle precipitazioni non scenda mai al di sotto di quella delle temperature indica l’assenza di un periodo di aridità accentuata.

Si noti anzitutto che la temperatura media annua dell’Oasi è di 12.8°C e le precipitazioni totali medie annue sono di 829 mm.

Considerando i dati medi annuali di temperatura massima, minima e precipitazione si è attuata su queste serie un’analisi di discontinuità secondo il metodo proposto da Bai e Perron (2003) servendosi della libreria Strucchange di R statistics (R Development Core Team, 2004) e del software AnClim (Stepanek, 2006). Tale analisi consente di individuare cambiamenti significativi (al 95%) nei valori medi all’interno di una serie temporale (tabella 1).

In particolare per le temperature massime si sono individuati tre periodi stazionari (figura 2): il primo (1951/1987) con temperatura media di 17.2°C, il secondo (1988/1996) con temperatura media di 17.9°C ed il terzo (1997-2009) con temperatura  media di 19.0°C.

Per quanto concerne le temperature minime i periodi individuati sono sempre tre ma con differenze nei valori medi molto meno marcate. Si possono notare due periodi (figura 3): 1951/1961 e 1971/2009 con valori medi praticamente identici (8.2°C) intervallati dal periodo più freddo 1962/1970, con media termica di 7.5°C.

La serie temporale delle precipitazioni è sostanzialmente divisibile in due parti (figura 4): 1951/1979 e 1980/2009; la seconda con un valore pluviometrico medio di circa 60 mm inferiore al primo.

Considerando la frequenza degli eventi precipitativi mensili (>1mm) divisi per classi nei due periodi sopraccitati si può notare una lieve diminuzione nel numero di episodi di  scarsa e normale intensità (classi 1-5 mm/giorno e 5-15 mm/giorno) mentre negli eventi di moderata ed estrema entità non sono individuabili differenze degne di nota (figura 5).

Tenendo conto delle discontinuità individuate nelle serie temporali annuali di temperatura minima, temperatura massima e precipitazione, si è proceduto anche ad un’analisi stagionale dei dati (tabella 1).

Da queste ultime emerge che per le temperature massime le stagioni che mostrano un incremento più sensibile del periodo 1997-2009 rispetto al periodo base 1951-87 sono la primavera e l’estate, mentre in autunno ed inverno gli incrementi appaiono meno marcati. Per quanto concerne i valori delle temperature minime, ad eccezione di un calo durante gli anni ’60, non si riscontrano variazioni significative.

A passo stagionale, le precipitazioni mostrano differenze trascurabili in primavera ed autunno mentre cali lievemente più marcati si osservano in inverno ed in primavera.

 

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Come visitare Le Bine

L'ingresso a Le Bine è aperto tutto l'anno ed è gratuito. Se venite in auto dovete lasciarla all'ingresso della riserva nel piccolo parcheggio del ristorante "La zanzarina d'oro" e poi entrare a piedi. Chiediamo solo di entrare avendo rispetto di quello che si trova (animali, strutture...), di non lasciare il sentiero principale, di lasciare pulito e di tenere presente che si tratta di un posto privato, il cui mantenimento è effettuato con fondi propri, ma aperto al pubblico, che potreste trovare lungo i sentieri bambini, turisti, animali selvatici o domestici.

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